LA STORIA
L'Eremo di San Giacomo situato sull'antica
strada reale che conduce nel Trentino si presenta, oggi, come un
insolito quadro d'altri tempi.
E' antichissimo. Fondato verso il decimo secolo, unitamente ad un
ostello per pellegrini, dai monaci Benedettini di San Pietro in
Monte Orsino di Serle che avevano il compito di bonificare la zona.
La chiesa è ricca di storia data la sua ubicazione: costruita su
terra di confine fu spesso il centro di violente contese tra il
Comune di bagolino ed i Conti di Lodrone che, come signori dei
luoghi, rivendicavano il possesso del Pian d'Oneda, terra su cui
sorge la chiesa.
San Giacomo rivestì sempre una grande importanza per la diocesi di
Trento che già nel tredicesimo secolo, in persona del Vescovo Vanga,
sollecitava i fedeli con indulgenze per ottenere elemosine ed aiuti
per restaurare la chiesa e l'ostello. I bagolinesi si occupavano del
mantenimento della chiesa e pagavano ogni domenica un curato perché
celebrasse una messa in San Giacomo; il Comune si faceva carico di
nominare un "massaro" che provvvedeva ad amministrare la chiesa ed i
beni annessi, compresa l'osteria.
Si elencano di seguito alcuni eventi nei quali fu coinvolta questa
chiesa:
24 LUGLIO 1475: i Lodrini portano un loro
sacerdote a celebrare la messa e i bagolinesi vengono presi ad
archibugiate. Il giorno dopo, festa di San giacomo, i bagossi si
presentano armi alla mano e i Conti devono allontanarsi.
25 LUGLIO 1476: i Conti di Lodrone tentano di impedire la
celebrazione della festa del patrono: i bagossi scendono nel Piano
con 300 uomini armati, ma i Lodroni se ne sono già andati.
16 APRILE 1477: la Serenissima intima, pena una multa di mille
ducati a Bagolino e di duemila ai Lodroni, la cessazione di lotte e
uccisioni tra i contendenti.
ANNO 1520: per permettere la festa del patrono i
Conti di Lodron pretendono dal Comune la somma di 60 ducati;
Bagolino si oppone. I Lodroni allora si portano in San Giacomo e ivi
feriscono un oste e la moglie. La repubblia di Venezia, informata
dell'accaduto, attua l'embargo e vieta il passaggio sul suo
territorio delle vettovaglie dirette ai Lodroni. I Conti sono
costretti a patteggiare con i bagossi.
28 LUGLIO 1535: il Comune, rimarcando
l'importanza politica e religiosa che aveva la choesa di San
Giacomo, arriva addirittura ad imporre multe salate ai paesani che
non partecipano alla festa del Patrono.
5 AGOSTO 1535: i Contu du Lodrone pugnalano
nell'ostello di San Giacomo, un certo Giovanni Ambrosi di Bagolino.
ANNO 1569: non solo i rappresentanti di ogni famiglia devono portare
armi proprie, ma il Comune stesso elegge anualmente i "capi per la
festa di San Giacomo" e altri uomini a quali vengono date delle armi
che nell'anno 1569 erano: tre armi d'asta, cinque archibugi, uno
schioppo. In più venivano eletti appositi incaricati con il compito
di potare le bandiere e "sonar li tamburi".
16 FEBBRAIO 1636: viene tolto l'interdetto voluto per motivi
politico-amministrativi dal Vescovo di Trento E. Madruzzo, nel 1633,
che impediva di celebrare la messa in San Giacomo.
I bagolinesi continuarono a frequentare la lro antica chiesa che
ancora nella seconda metà dl diciannovesimo secolo ospotava
stabilmente fino alla costruzione della nuova chiesa di San Giuseppe
in Ponte Caffaro, un coadiutore parrocchiale dedito a celebrar
messa, alle confessioni, ai battesimi, alla predicazione cristiana e
all'insegnamento scolastico.
L'ESTERNO
La chiesa milenaria si presenta con la facciata a
capanna ed un pronao a tre arcate, aggiunto nel 1600, che reca
ancora tracce di antichi affreschi; all'esterno del portico, sulla
destra, compare un grande San Cristoforo mentre, al centro, vi era
il leone alato simbolo di Venezia. Il campanile, della seconda metà
del diciannovesimo secolo, alto sei metri, sostituisce quello più
vecchio, alto solo tre metri, che non permetteva al suono delle
campane di raggiungere tutti gli abitanti del Piano. L'antico
ostello posto accanto alla chiesa reca impresso, sulla porta, lo
stemma di Bagolino.
INTERNO E MAGGIORI OPERE D'ARTE
Della primitiva costruzione la chiesa, a navata
unica, conserva l'abside ed i gradini che discendono nell'ex
cappella dedicata al culto di San Valentino, oggi sacrestia.
La navata, con le capriate del tetto sostenute da due arconi, riceve
una pioggia di luce dalle finestre che corrono alte lungo le pareti
della chiesa. L'interno spoglio e suggestivo nella sua semplicità,
conservava chiusa nella soasa lignea dell'abside una preziosa tela,
ora nella parrocchia di Ponte Caffaro, unica opera rimasta in
territorio bresciano del pittore Josephus Salviatus (G. Porta). Il
quadro che raffigura la Madonna col Bambino ed i Santi marco,
Filippo Valentino e Jacopo è stato acquistato dal Comune di bagolino
nell'anno 1568.
ALTARE DI SINISTRA
L'altare era dedicato alla Madonna di San Luca e
conservava un dipinto, oggi collocato sull'altare maggiore, che
raffigurava in copia la taumaturga Madonna di Bagolino. La coppia
dipinta agli inizi del diciasettesimo secolo per il Cpnvento di
bagolino, è opera del Raminca (pittore locale). Questo quadro
sfuggito al saccheggio del Convento avvenuto durante il tempo della
Cisalpina, dopo alterne vicende, viene donato alla chiesa di San
Giacomo nel 1860 dai discendenti di M. Dagani detto "Scagn"
che, nel frattempo, ne erano venuti in possesso.