Narra la leggenda che l'immagine sia stata portata in Italia dai Conti di Lodrone, antichi signori di Bagolino e delle zone limitrofe, in seguito al loro ritorno dalle Crociate in Terrasanta, nel 1093.
L'effige venne collocata nel Castello dei Conti di Lodrone; in seguito ad una sommossa popolare, nel 1444, il castello andò distrutto e l'icona, ritenuta persa, venne invece ritrovata dai Bagossi, che la portarono nella Parrocchiale di Bagolino.
Per ben due volte, misteriosamente, l'icona sparì e venne miracolosamente rinvenuta sempre nei pressi dei ruderi del castello.
A questo punto la gente di Bagolino costruì un' arca dorata, protetta da cinque serrature: una chiave venne affidata al Parroco, e le altre quattro ai rappresentanti delle Diaconìe in cui è suddiviso il paese.
Da allora, ogni cinque anni, si svolge l'apertura solenne della teca in cui è conservata l'immagine sacra, che poi viene esposta al pubblico e traslata in processione attraverso il Paese.
Ogni diaconìa viene quindi addobbata e parata a gran festa, ammantandosi dei tradizionali colori: azzurro, giallo, rosso, e verde.
Il paese fa a gara per presentarsi a festa, tra ghirlande di fiori di carta preparati minuziosamente, addobbi floreali, luminarie e torce che illuminano tutte le vie di Bagolino, dalle più grandi e conosciute sino alle più umili, a quelle lastricate di ciotoli, alle fontane, ai porticati ed ai mille volti ed antichi archi.

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